Intelligenza artificiale e UE: dettate le regole

Per la prima volta l’Unione Europea stabilisce regole e princìpi sull’ intelligenza artificiale (AI).

 

Di intelligenza artificiale si comincia a parlare con insistenza anche nella vita di tutti i giorni: dalle applicazioni delle Smart Cities, al settore sanitario, fino alle scuole. Le innovazioni in questo campo sono quotidiane e per chi si occupa di digitale essere aggiornati è un dovere. Molte operazioni una volta manuali nella gestione dei dati oggi sono completamente automatizzate con grande risparmio di tempo ed efficientamento dei processi.
Questa rivoluzione 4.0 che ci trova entusiasti, sta destando anche talune preoccupazioni rispetto al mondo che verrà. È di pochi giorni fa infatti la relazione illustrata da Pearson che individua in modo molto chiaro una serie di professioni che tra un decennio non ci saranno più. Si tratta di tutte quelle professioni meccaniche in cui la creatività viene messa in secondo piano: call center, impiegati, magazzinieri. In compenso crescerà il bisogno di esperti di robotica, informatici, designer e creativi. Un noto gruppo bancario italiano, approfittando delle novità in materia previdenziale, ha già disposto la sostituzione di circa 600 addetti allo sportello con 30 strutture automatizzate.

 

Stabilire quindi dei princìpi che rendano umanocentrico ed armonioso lo sviluppo tecnologico dei prossimi anni, è stata una scelta che l’Unione Europea ha voluto effettuare per prima nel mondo.
Da una parte infatti abbiamo il mondo che cambia ed è destinato a mutare sempre più velocemente, dall’altro l’esigenza di definire dei confini di questo processo che mettano punti fermi in tema di intelligenza artificiale.
Ad aprile 2019 è stato presentato quindi un documento chiamato “Generare fiducia in un’intelligenza artificiale incentrata sull’Uomo”, in cui si sottolinea in modo chiaro l’utilità dell’intelligenza artificiale nel “migliorare il settore della salute, ridurre il consumo di energia, rendere le auto più sicure, aiutare gli agricoltori ad usare l’acqua e le risorse naturali in maniera più efficiente”.

L’Europa, nello stabilire dei principi cardine sull’utilizzo della AI, ha indicato come criterio fondante la Trustworthy, cioè l’affidabilità, di tale tecnologia, che per essere definita tale dovrà rientrare in alcuni parametri:

 

  • Umanocentrica e sotto il controllo umano
  • Democratica, utilizzabile da chiunque senza discriminazioni
  • GDPR oriented
  • Sicura e protetta
  • Orientata alla trasperenza ed alla tracciabilità dei dati
  • Responsabilità e rintracciabilità di chi ne facesse eventualmente abuso

 

La Commissione Europea ha evidentemente la necessità di rimanere al passo con Cina e Stati Uniti ed ha presentato un piano economico destinato ad implementare gli sforzi nell’intelligenza artificiale entro il 2020, con 1,5 miliardi di euro.

 

Il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto potessimo immaginare fino a pochi anni fa. È bene non farsi trovare impreparati. Nuove figure professionali sono destinate ad affacciarsi sul mercato, diventando punto di interesse per il mondo imprenditoriale che guarda al futuro.