Il filtro “Web” di Google: nostalgia o segnale del futuro?

C’è una novità su Google che, a prima vista, potrebbe sembrare marginale. Un dettaglio tecnico, un esperimento estetico. Si chiama filtro “Web”. Ma guardandolo con attenzione, rivela molto di più: ci suggerisce quale sarà il vero volto del motore di ricerca del futuro. 

Cos’è il filtro Web?

Il nuovo filtro “Web” di Google mostra solo pagine web tradizionali. Niente immagini, niente video, niente contenuti dinamici. Solo link testuali, i classici “10 link blu” a cui eravamo abituati prima dell’era dei contenuti multiformato. 

Un ritorno alle origini? Forse. Ma non si tratta di un’operazione nostalgia. È molto di più. 

Il tramonto della SERP come la conosciamo

Negli ultimi anni, la SERP (Search Engine Results Page) è cambiata radicalmente. Abbiamo assistito all’arrivo di box informativi, caroselli, schede prodotto, risultati video, snippet vocali. E ora, con l’introduzione dell’AI Overviews (o “AI Mode”), siamo di fronte a un nuovo paradigma: la risposta diretta, generata da un’intelligenza artificiale. 

La prospettiva non è più “cerco e trovo un sito”, ma “cerco e Google mi risponde”. 

E qui il filtro Web assume un nuovo significato: non è un’aggiunta, è un rifugio. Il posto dove continueranno a vivere le pagine dei siti web, una volta che la risposta principale sarà fornita direttamente dall’AI.

Un motore, due comportamenti: mobile vs desktop

È interessante notare che il comportamento del motore di ricerca non è identico su tutti i dispositivi. Su mobile, ad esempio, l’esperienza utente è già fortemente orientata verso l’AI e i contenuti dinamici, grazie a Google Discover, con risultati semplificati e interazioni rapide. Su desktop, invece, il filtro “Web” di Google ha un peso più evidente, quasi a voler preservare l’accesso diretto ai siti web tradizionali. 
Questa distinzione suggerisce che Google sta sperimentando percorsi diversi a seconda del contesto d’uso, e che i brand devono saper ottimizzare la propria presenza in entrambi gli ambienti.

Cosa vedremo domani?

Google si sta preparando a diventare qualcosa di ancora più fluido e integrato. Un sistema che riconosce l’intento di ricerca dell’utente e risponde nel modo più efficiente: a volte con un elenco di link, altre con una risposta generata, altre ancora con contenuti vocali o multimediali. Dove e come vorrà. 

In futuro, potremmo arrivare a scenari in cui: 

  • la home di Google diventa una chat AI che risponde direttamente, 
  • i siti vengono mostrati solo come approfondimento (magari a lato), 
  • l’interazione con il motore è fluida, dinamica e distribuita: testuale, vocale, predittiva. 

In questo scenario, il traffico organico ai siti è destinato a cambiare. Non scomparirà, ma sarà filtrato, selezionato, mediato dall’intelligenza artificiale. Il filtro Web potrebbe diventare l’unico punto d’accesso “puro” al web come lo conosciamo.

Ti stai chiedendo come difendere il traffico organico? MWD ti aiuta a evolvere la tua strategia SEO, integrando AI e comportamento utente per restare visibile anche quando la SERP scompare. 

Perché collegarsi a BigQuery è (ancora più) importante 

Di fronte a questo cambiamento, le aziende devono rivedere le proprie strategie digitali. La SEO tradizionale non basta più. Bisogna comprendere i segnali, analizzare i dati, e adattarsi in tempo reale. In questo senso, l’integrazione con strumenti come BigQuery diventa essenziale. 

BigQuery , la piattaforma autonoma data-to-AI, che automatizza l’intero ciclo di vita dei dati, permette di collegare i dati del sito, delle campagne e delle interazioni con le AI, per capire davvero cosa succede quando un utente cerca, clicca, o riceve una risposta diretta. Solo con questi insight sarà possibile mantenere una presenza efficace nell’ecosistema fluido di Google. 

Il filtro Web non è solo una funzione in più: è un messaggio in codice. Ci dice che il modo in cui le persone cercano informazioni sta cambiando. Google non è più solo un motore di ricerca: è una piattaforma di risposta intelligente. E come brand, marketer e imprenditori digitali, dobbiamo imparare a dialogare con questa nuova intelligenza.

È ora di prepararsi al motore del futuro

Non basta esserci: bisogna capire come essere scelti. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale – da AI Overview di Google a ChatGPT di OpenAI, passando per tutti i nuovi modelli conversazionali – filtra, riassume e risponde, la visibilità organica passa sempre più dalla capacità di farsi scegliere come fonte primaria da un’intelligenza artificiale. Per questo serve una strategia SEO e contenutistica capace di interpretare dati, anticipare gli intenti di ricerca degli utenti e adattarsi alle dinamiche di un ecosistema in continua evoluzione. 

MWD ti affianca con un approccio integrato: contenuti intelligenti, analisi predittiva, ottimizzazione tecnica e visione strategica.
Il futuro non aspetta. Preparati ora. Parliamone insieme.

FAQ

Domande utili

1. Cosa trovo nel filtro “Web” di Google?
Il filtro “Web” isola solo i risultati testuali (pagine web classiche) ed esclude immagini, video, prodotti e contenuti multimediali.
2. Cosa è l’AI mode?
L’AI Mode, sinonimo di AI Overviews, è la nuova modalità di risposta diretta di Google, dove l’utente riceve subito una sintesi o soluzione, senza dover cliccare su un sito web
3. Perché Google ha introdotto il filtro “Web”?
Indica come Google stia separando le risposte AI dai risultati classici. I siti web non sono più la risposta principale, ma un’opzione alternativa. La centralità della pagina web nella ricerca sta diminuendo, e il modo in cui ci facciamo trovare online deve cambiare.
4. Il traffico organico diminuirà?
Non sparirà, ma sarà sempre più mediato dall’intelligenza artificiale. I siti web dovranno competere non solo per la visibilità, ma per essere scelti come fonte dalle AI.
5. Cosa è Google Discover?
Google Discover è un feed personalizzato di contenuti, visibile sull’app Google e nella home page di Chrome su dispositivi mobili. A differenza della ricerca classica, non parte da una query digitata, ma mostra articoli e aggiornamenti che Google ritiene rilevanti.
6. Google Discover sostituirà la ricerca tradizionale?
Google Discover è destinato a diventare più centrale del motore di ricerca stesso. L’idea è che Google, grazie all’AI, sarà in grado di anticipare i bisogni informativi degli utenti, mostrando contenuti rilevanti prima ancora che venga digitata una query. In questo modello predittivo, Discover diventerà la nuova porta d’ingresso ai contenuti.
7. Come funziona l’algoritmo di Google Discover?
Discover usa sistemi di machine learning per prevedere ciò che può interessare a un utente in un dato momento. Valuta fattori come: pertinenza del contenuto, freschezza, affidabilità della fonte, engagement e coerenza visiva.